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L’insufficienza mitralica nel cane

L’insufficienza mitralica nel cane

Di cosa si tratta?

L’ insufficienza mitralica (CVHD) o endocardiosi mitralica è una patologia degenerativa dei lembi della valvola mitralica che diventa incapace ad impedire che durante le contrazioni cardiache, il sangue torni indietro dal ventricolo all’atrio sinistro (rigurgito cardiaco) generando quindi un soffio cardiaco.

La mitrale (così chiamata per la somiglianza con la mitra, il copricapo vescovile) o valvola bicuspide è una valvola che si chiude dopo il passaggio del sangue dall’atrio al ventricolo di sinistra consentendo al sangue di essere spinto in avanti verso l’Aorta. Lo scopo quindi della valvola è quello di impedire il rigurgito ossia impedire al sangue di tornare indietro.

Quali sono le razze maggiormente colpite?

La predisposizione aumenta in cani di piccola taglia, in genere sotto i 15 kg di peso con età sopra i 6 anni. Le razze maggiormente predisposte sono:

  •  Barboncino
  • Cavalier King
  • Yorkshire Terrier
  • Bassotto
  • Chihuahua
  • Maltese
  • Pinscher
  • Beagle
  • Meticci di piccola taglia

Quali sono i sintomi di insufficienza mitralica?

I sintomi più importanti si evidenziano in fasi molto avanzate. Capita spesso che il proprietario non si accorga di alcun malessere, tanto che l’insufficienza mitralica passa spesso inosservata. Una diagnosi ed un controllo precoce si può realizzare attraverso una visita veterinaria tramite l’ascultazione del torace che rivela un soffio al cuore. In genere ciò che si evidenzia maggiormente sono:

  • Affaticamento
  • Tosse
  • Tachipnea
  • Inattività
  • Cianosi (edema pomonare)
  • Sincope

Classificazione e stadi

L’ Insufficienza Mitralica si classifica in 4 stadi:

  • Stadio A: sono pazienti con alto rischio di sviluppare la patologia per predisposizione di razza o di età e che anche in assenza di sintomi dovrebbero sottoporsi ad un controllo annuale.
  • Stadio B: pazienti asintomatici e con patologia strutturale lieve.

Lo stadio B si suddivide a sua volta in:

  • B1: pazienti asintomatici senza particolari evidenze radiografiche ed ecocardiografiche che non necessitano di terapia.
  • B2: pazienti anch’essi asintomatici ma che presentano iniziali segni di sovraccarico cardiaco con terapia solo in caso di necessità.

Gli altri stadi sono:

  • Stadio C: pazienti con sintomi gravi che possono già presentare segni di scompenso e che andranno posti in terapia a vita.
  • Stadio D: pazienti ormai terminali e refrattari alle terapie.

Diagnosi

Come detto in precedenza la diagnosi precoce si può effettuare tramite l’ascultazione del torace e la rilevazione di un soffio cardiaco. A quel punto la diagnosi si completa con:

  • Elettrocardiogramma (ECG) (anomalie del ritmo cardiaco);
  • Radiografia toracica(ingrandimento atrio sinistro, deviazione del decorso della trachea, edema polmonare);
  • Ecocardio.

L’ ecocardiografia con ecodoppler è sicuramente il mezzo diagnostico più valido in quanto consente oltre a fare la diagnosi di stabilirne la gravità e di monitorare il decorso della malattia a 3, 6 o 12 mesi.

Terapia

La terapia dipende, ovviamente, dallo stadio della patologia. In B2 in genere non si prescrivono farmaci (in accordo con il parere del cardiologo veterinario). Nello STADIO C , talvolta si richiede l’ospedalizzazione (nei casi di scompenso cardiaco). I farmaci di primo intervento sono:

  • Diuretici (Furosemide)
  • Ace-inibitori
  • Farmaci ad azione inotropa positiva (Pimobendan) che aumentano la contrattilità cardiaca
  • Spironolattone
  • Ossigenoterapia ed ospedalizzazione

Nello Stadio D la terapia di base è la stessa dello Stadio C ma con dosaggi più elevati.

Complicanze ed aspettative di vita

Uno dei rischi maggiori dell’insufficienza mitralica è lo scompenso cardiaco, in quanto possono sopraggiungere condizioni come:

  • Fibrillazione atriale
  • Ipertensione polmonare
  • Rottura delle corde tendinee e dell’atrio sinistro

Per quanto riguarda l’aspettativa di vita è importante una diagnosi precoce, effettuare controlli ecocardiografici regolari e la compliance del proprietario nella corretta effettuazione della terapia. Purtroppo non mancano condizioni di scompenso acuto con edema polmonare che riducono fortemente l’aspettativa di vita e la possibilità di sopravvivenza. È quindi molto importante:

  • Effettuare i controlli ecocardiografici
  • Non cambiare o sospendere la terapia senza il consulto del cardiologo

Da parte del proprietario sarebbe ottimale monitorare la frequenza respiratoria del proprio cane mentre dorme profondamente. Il paziente deve sempre compiere meno di 30 atti respiratori al minuto. Se la frequenza dovesse essere maggiore bisogna immediatamente contattare il proprio veterinario o recarsi presso una clinica h24.

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