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La Sindrome Brachicefalica

La Sindrome Brachicefalica

Negli ultimi anni sempre più amanti degli animali, per moda o per vero interesse, ricercano ed acquistano cuccioli di razze di cane e gatti che possono essere coinvolte nella Sindrome Brachicefalica. Tale interesse purtroppo non è sempre associato alla conoscenza delle problematiche che questi dolcissimi cuccioli si porteranno dietro e con le quali dovranno convivere. L’importanza della conoscenza e l’aiuto che potremmo fornire al nostro compagno di vita, con le giuste valutazioni, permetterà a noi umani ed ai fidati amici degli umani di affrontare ogni evenienza con la giusta consapevolezza.

Quando parliamo di Sindrome Brachicefalica ci riferiamo ad una situazione nella quale tutta una serie di anomalie anatomiche, riscontrate in cani appartenenti a razze brachicefaliche ed a gatti a muso corto, comportano una ostruzione parziale o totale del regolare flusso d’aria. Naturalmente più estrema sarà la conformazione della testa più gravi e pesanti saranno le problematiche che il nostro amico a quattro zampe dovrà affrontare.

Ma cosa intendiamo con questo termine? E’ il risultato dell’eccessiva selezione di razze caratterizzate da un eccessivo accorciamento scheletrico, non associato ad un proporzionale accorciamento dei tessuti molli interessati. Queste alterazioni, come un errato sviluppo delle cavità nasali e dei condotti lacrimali, creano serie patologie in Micio e Fido.

La Sindrome Brachicefalica nel cane si presenta con malattie respiratorie, patologie oculari, sindromi gastroenteriche, patologie neurologiche e disfunzioni al parto. Nel cane le malattie respiratorie sono le più diffuse e le parti coinvolte nella malformazione sono le narici stenotiche (chiuse) con conseguente mucosa nasale esuberante, il palato molle allungato ed una trachea ridotta nel diametro. Importante: tali malformazioni saranno geneticamente trasmissibili.

Il cane, inspirando ed a causa della struttura ossea marcata, creerà un flusso di aria turbolento che alterando ed infiammando le pareti delle mucose peggioreranno la respirazione. Più è marcata la conformazione, prima e con maggiore gravità si manifesteranno i problemi. Lo sforzo respiratorio avrà un impatto negativo anche a livello cardiaco ecco perché un animale brachicefalo solitamente è intollerante al movimento.

Fido non è pigro, come simpaticamente viene considerato dai proprietari, ma deve affrontare uno sforzo cardiaco superiore per il semplice fatto di tentare di respirare, figuriamoci quando gli si chiederà di correre. Non respirando correttamente il suo livello di stress sarà costante con un peggioramento della qualità di vita. Occorre anche attenzionare la comparsa di patologie metaboliche in quanto il ridotto apporto di ossigeno è causa di una ridotta capacità di guarigione spontanea da malattie banali. Risulterà ridotta anche la risposta immunitaria.

Si possono presentare anche:

  • problemi digestivi ed i sintomi più immediati saranno il riflusso, il continuo masticare, il rigurgito ed una notevole difficoltà nel deglutire.
  • Apnee notturne. In questo caso l’ispessimento della base della lingua e della parte finale del palato molle potrà occludere le prime vie aeree quando Fido dormirà con la bocca chiusa. Se anche le sue narici saranno chiuse la sua respirazione diventerà impossibile. In questa condizione il nostro cucciolo andrà in apnea durante il sonno aumentando la pressione arteriosa in modo irregolare.

Comuni ma diverse saranno le problematiche nel gatto, i gatti con il muso schiacciato come il Persiano o il Gatto Himalayano e tanti altri, hanno sviluppato, oltre ai classici problemi respiratori comuni con i cani, anche una certa predisposizione allo sviluppo di problemi oculari.

Il gatto brachicefalo, infatti, caratterizzato dai suoi tenerissimi occhioni grandi e sporgenti tenderà a non chiuderli completamente lasciando così la cornea esposta e creando conseguentemente infezioni come la cheratite o come può accadere nel Persiano formando un pigmento nerastro sulla cornea che potrà essere rimosso soltanto ricorrendo ad un intervento chirurgico ( Sequestro Corneale ). Il non efficiente scarico lacrimale dagli occhi alla cavità nasale comporterà occhi perennemente lacrimanti e molteplici infezioni.

COME VALUTARE LO STATO DI SALUTE DEL PET BRACHICEFALO?

  1. Osserviamo le sue narici. Poniamoci di fronte e valutiamo il grado di chiusura delle narici. La dimensione totale del tartufo è composta da tre parti, se la distanza tra le due narici ed il setto interno è inferiore ad un terzo le narici sono troppo chiuse e sarà necessario l’intervento chirurgico. Se è uguale o superiore ad un terzo va tutto bene.
  2. Ascoltiamo la sua respirazione. I rumori respiratori sono leggeri se udibili solo con il fonendoscopio; moderati se udibili ad intermittenza senza strumento; severi se udibili sempre.
  3. Lo sforzo respiratorio. Anormale quando si evidenzia un aumento della forza necessaria per respirare.

Se il cane fatica a respirare in condizione di riposo (Sbanfa, respirazione diaframmatica, bocca spalancata, zampe posteriori allargate) è necessario rivolgersi al veterinario di fiducia per un’ immediata valutazione strumentale della Sindrome Brachicefalica che consisterà in accertamenti radiografici ed endoscopici, biopsie ed eventuali correzioni chirurgiche delle anomalie.

Oggi la Terapia chirurgica laser è considerata Gold Standard nello specifico ambito. Consente di minimizzare il sanguinamento e l’edema post operatorio. La strumentazione utilizzata richiede un adeguato training per l’utilizzo da parte del chirurgo che deve essere esperto nell’uso specifico.

Se abbiamo acquistato un Pet con tale conformazione la cosa più giusta da fare nell’immediatezza è una valutazione veterinaria sin da cucciolo perché in caso di evidenze anatomiche di palato molle allungato e/o stenosi delle narici si potrà effettuare già verso i 6/8 mesi una correzione chirurgica anche se l’animale non mostra alcun problema. Intervenire infatti su un animale sano, riduce:

  • la possibilità di complicanze in quanto un’anatomia compromessa può aumentare il rischio di non riuscita tecnica dell’intervento.
  • L’aumentare del rischio di insorgenza di tutte quelle patologie connesse (gastroenteriche, cutanee, vascolari e metaboliche ) con un peggioramento della qualità di vita.
  • Il rischio anestesiologico.

Ricordo infine che questa sindrome è caratterizzata dalla sua non staticità, è una condizione fisica che progredisce con il passare del tempo e pertanto dovrà essere costantemente attenzionata e corretta. Si consiglia di tenere sempre l’ambiente in cui vive il nostro amico peloso fresco e ventilato per prevenire complicazioni a livello respiratorio, che l’alimentazione seguita sia corretta e bilanciata onde evitare il sovrappeso ed una regolare pulizia di occhi e vie respiratorie.

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