Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte nei paesi sviluppati. Attualmente, nonostante numerosi miglioramenti nel trattamento grazie all’utilizzo di nuovi farmaci ed innovative strategie interventistiche, le morti per cause cardiovascolari a livello mondiale continuano ad aumentare progressivamente.
L’aterosclerosi, definita come la progressiva alterazione nella struttura e funzionamento delle arterie, rappresenta il meccanismo di base che progressivamente, silenziosamente e nel corso di molti anni determina un insieme finale di manifestazioni cliniche eclatanti (ictus, infarto miocardico, malattie arteriosa periferica).
Differenti fattori di rischio favoriscono la progressione della malattia ateromasica, tra cui: sesso maschile, età avanzata, familiarità, fumo, diabete, ipertensione, obesità, sedentarietà, caratteristiche psico-sociali (depressione, ansia, isolamento sociale). La prevenzione cardiovascolare primaria, intervenendo su tali fattori di rischio nel lungo “periodo silenzioso” che precede l’insorgenza delle manifestazioni cliniche, ha un ruolo fondamentale nel rallentare e bloccare la progressione dell’aterosclerosi a livello sistemico.
Inoltre, è importante porre l’accento sul fatto che la prevenzione cardiovascolare deve essere rivolta a tutti i soggetti con malattia cardiovascolare già conclamata (prevenzione secondaria) per ridurre il rischio di eventi ripetuti nel tempo.
Il primo passo da compiere per un’efficace prevenzione cardiovascolare consiste nello stabilire il proprio profilo di rischio individuale. Le recenti linee guida internazionali raccomandano la stima del rischio cardiovascolare negli uomini di età superiore a 40 anni e nelle donne di età superiore a 50 anni o in menopausa, utilizzando specifici punteggi di rischio come le carte di rischio SCORE (un punteggio SCORE ≥ 10% configura un rischio cardiovascolare molto alto).
Tutti i soggetti con queste caratteristiche devono dunque provvedere, direttamente o chiedendo al proprio medico curante, a quantificare il proprio profilo di rischio. Infatti, quanto maggiore sarà il rischio stimato per un soggetto, tanto maggiore sarà l’intensità delle misure da attuare in prevenzione.
Bisogna inoltre sottolineare che la presenza di alcune caratteristiche cliniche configurano già un rischio cardiovascolare molto alto a prescindere dal punteggio SCORE, tra cui: un precedente evento cardiovascolare (ictus, infarto, rivascolarizzazione percutanea o chirurgica), il diabete mellito con proteinuria o in associazione ad altri fattori di rischio, l’insufficienza renale severa, l’evidenza di malattia vascolare con metodiche diagnostiche non invasivo.
Dopo aver stabilito in maniera corretta il proprio profilo di rischio, bisogna attuare adeguate misure preventive che sono inizialmente basate sulla corretta educazione del paziente e sulla promozione di uno stile di vita sano. Uno stile di vita sano, ad esempio, include lo svolgimento di attività fisica aerobica moderata (passeggiata a passo veloce o in bicicletta) per almeno 150 minuti nell’arco di una settimana. Data la forte associazione con la progressione dell’aterosclerosi e delle manifestazioni associate, è fortemente raccomandata la totale sospensione del fumo.
In questo contesto, è importante ricordare che il fumo passivo determina anche un aumento del rischio cardiovascolare. Smettere di fumare il prima possibile è dunque fondamentale poiché i danni causati dal fumo al sistema arterioso non sono mai completamente reversibili ed il rischio cardiovascolare negli ex-fumatori è simile (ma mai uguale) a quello dei non fumatori dopo 10-15 anni dalla sospensione del fumo. Programmi di sostegno psicologico e farmacologico all’interruzione del fumo hanno portato a consistenti benefici clinici in termini di effettiva riduzione della dipendenza e, secondariamente, degli eventi negativi ad esso associati.
Intraprendere questi percorsi, oggigiorno disponibili anche nelle strutture ospedaliere, può rappresentare un aiuto efficace per ridurre il rischio cardiovascolare associato al fumo. Una sana alimentazione è un altro presupposto fondamentale per uno stile di vita sano. Seguire un corretto regime alimentare (ad esempio utilizzare meno di 5g di sale nella giornata, consumare 2-3 porzioni di frutta e verdura, limitare il consumo di grassi saturi) ha notevoli benefici e contribuisce a limitare e controllare gli effetti dannosi causati dalla presenza di ulteriori fattori di rischio associati (ipertensione, diabete, dislipidemia e sovrappeso).
Nei soggetti ad alto rischio cardiovascolare, in associazione agli interventi sullo stile di vita e sui fattori di rischio modificabili, andranno infine intraprese adeguate strategie farmacologiche per limitare la progressione della malattia vascolare. Oggigiorno, è disponibile una larga gamma di potenti principi farmacologici in grado di contrastare efficacemente ed in maniera specifica il danno causato dai principali fattori di rischio (ipertensione, diabete e dislipidemia). Tali percorsi terapeutici, spesso basati sull’integrazione di raccomandazioni e prescrizioni derivanti da diverse figure specialistiche, dovranno essere intrapresi in maniera individualizzata e coordinata al fine di ridurre gli effetti negativi e gli eventi avversi derivanti dalla progressione dell’aterosclerosi.