Che cos’è la voce?
La voce si produce grazie all’azione congiunta di tre apparati: di respirazione, di fonazione, di articolazione e risonanza. L’aria espirata dai polmoni (respirazione) giunge alle corde vocali, contenute nella laringe, e le fa vibrare (fonazione). Il segnale vocale viene poi amplificato, modificato ed eventualmente articolato nei suoni del linguaggio, quando parliamo, mediante i cambiamenti muscolari di gola, bocca, palato e delle altre strutture connesse: lingua, denti, guance, cavità nasali e seni paranasali (articolazione e risonanza). Perché la voce sia buona, occorre il corretto e armonico funzionamento dell’apparato fonatorio in tutte le sue componenti.
Ma la voce è anche altro: il veicolo per i nostri pensieri e per le nostre emozioni, l’espressione più intima del nostro modo di essere al mondo. Ognuno di noi ha la sua voce: essa è il risultato dell’armonizzarsi della realtà anatomica del proprio apparato vocale con le proprie consuetudini fonatorie, che a loro volta vengono plasmate e indirizzate dall’ambiente in cui si vive e dalle sue richieste.
Una buona voce allora è anche quella che assolve pienamente alle nostre esigenze comunicative, che viene prodotta con la minor fatica possibile, nel rispetto della salute dell’apparato fonatorio. Prontezza, capacità di recupero ed affidabilità sono segni di benessere vocale. Nella maggioranza dei casi una voce simile è anche piacevole all’ascolto.
Che cosa è la disfonia?
La disfonia è un cambiamento anomalo della voce di una persona. Una disfonia diventa un problema quando i tre parametri attraverso cui identifichiamo una voce, ossia altezza tonale (o frequenza), volume (o intensità) e timbro (o qualità) si modificano tanto da attirare l’attenzione dell’interlocutore in misura maggiore rispetto al messaggio che il parlante vuole trasmettere. Chi è disfonico può anche provare diversi gradi di fastidio, fatica, o addirittura dolore quando parla o canta, che possono essere ulteriormente aggravati da stati di reale disagio psicologico o relazionale.
Quali sono i sintomi di una disfonia?
Chiunque nella propria vita ha potuto sperimentare la cosiddetta raucedine, o disfonia. Un abbassamento vocale è spesso la conseguenza di uno sforzo vocale acuto, come molti hanno potuto provare il giorno dopo un concerto, o una serata trascorsa in discoteca, o comunque in un ambiente estremamente rumoroso. Una disfonia può insorgere anche a causa di un’affezione acuta delle prime vie aeree, come un raffreddore, una faringite o una laringite, che nella maggior parte dei casi sono patologie causate da virus, batteri o altri agenti patogeni e si risolvono con terapia medica associata a riposo vocale nel giro di alcuni giorni.
Una patologia disfonica cronica si manifesta con una costellazione di segni, che raramente si presentano isolati e includono non solo modifiche delle caratteristiche acustiche della voce, ma anche tutta una serie di sintomi soggettivi. A volte la sintomatologia non acustica può precedere la comparsa delle alterazioni della voce:
- Sensazione di dolore e costrizione al collo, o di corpo estraneo in gola
- Desiderio di schiarire la voce e/o tossire
- Desiderio di riposare fisicamente e di stare in silenzio dopo aver parlato
- Senso di secchezza alla gola, che comporta un desiderio di bere, o di mangiare una caramella
- Fatica, affaticabilità vocale
- Raucedine, voce soffiata, voce poco risonante, voce strozzata.
- Afonia (perdita totale del segnale vocale).
- Rotture vocali improvvise: improvvisa perdita di sonorità durante l’uso della voce
- Difficoltà a mantenere una buona intensità vocale: viene meno il volume della voce.
- Cambiamenti di tono: ad esempio, una voce acuta che diventa più grave
- Tremore vocale
Quali sono le possibili cause di una disfonia cronica?
Le cause sono molteplici e vanno da:
- Abuso vocale protratto nel tempo, in termini di quantità (surmenage) e/o qualità (malmenage, ossia cattivo uso della voce).
In questi casi, in cui non è l’integrità dell’apparato ad essere coinvolta, ma il suo uso inappropriato, si parla di disfonie disfunzionali che, secondo i più recenti orientamenti, possono essere messe in relazione a cause psicologiche (fattori emotivi, personali, ambientali), che contribuiscono a determinare la tensione muscolare alla base dell’abuso vocale.
Lesioni di diversa tipologia, invece, compaiono nelle disfonie organiche; ne citiamo solo alcune:
- Lesioni/formazioni benigne a carico delle corde vocali, che possono essere congenite o acquisite, come ad esempio i noduli o i polipi, anche a seguito di stati protratti di abuso vocale
- Laringiti croniche, dovute a fattori esterni (fumo, alcool, vapori o altri agenti irritanti) o interni (abuso vocale, risalita di materiale acido di provenienza gastrica)
- Lesioni pre-cancerose (displasie) o formazioni maligne (carcinomi della laringe)
- Patologie polmonari che determinano insufficienza respiratoria
- Condizioni neuromuscolari (paralisi delle corde vocali, disfonia spasmodica..)
- Esiti di interventi chirurgici
- Un capitolo a parte è costituito dalle cosiddette disfonie psicogene, nelle quali le alterazioni muscolo-tensive a livello della laringe e le eventuali alterazioni funzionali della respirazione rappresentano una risposta a conflitti psico-emozionali, come accade ad esempio nelle cosiddette turbe della muta della voce che possono insorgere durante la pubertà.
Chi è a rischio di disfonia?
All’incirca tra il 3% e il 10% della popolazione sperimenterà un disturbo della voce nel corso della sua vita, ma alcune persone sono nettamente più a rischio: cantanti, attori, presentatori, ed anche insegnanti, avvocati, istruttori sportivi, operatori di call center e chiunque utilizzi la voce per il proprio lavoro. I cosiddetti professionisti della voce, infatti, sono maggiormente predisposti e possono con più facilità sviluppare compensi fonatori di tipo muscolo-tensivo, presupposto per una disfunzionalità vocale persistente.
I fumatori accaniti, le persone che hanno subito interventi di chirurgia della testa o del collo o che sono affette da patologie neurologiche (ictus, morbo di Parkinson e altre malattie degenerative) sono anche soggetti che potranno avere problemi con la voce.
A chi rivolgersi se c’è un problema con la voce?
In prima battuta occorre consultare un medico. L’otorinolaringoiatra (O.R.L.) è lo specialista che esaminerà le corde vocali mediante l’esame endoscopico con fibre ottiche rigide e/o flessibili, passate attraverso la gola o il naso. Il foniatra è il medico specialista nella prevenzione, diagnosi e cura di tutti disturbi della comunicazione (voce, parola, linguaggio, …), in tutte le fasce d’età, ed effettuerà un esame aggiuntivo in grado di evidenziare eventuali alterazioni delle proprietà vibratorie delle corde vocali. Potrà anche effettuare una valutazione strumentale del segnale vocale. Tutti questi esami permetteranno un corretto inquadramento diagnostico e determineranno la necessità o meno di trattamento.
Il trattamento dei disturbi della voce si avvale dell’integrazione di terapia medica, logopedica e – in casi selezionati – chirurgica.
La terapia logopedica della voce: in cosa consiste?
In accordo con i più recenti approcci olistici, e tanto più nei disturbi che coinvolgono la voce, che può definirsi come cerniera di raccordo tra il corpo e la psiche, il logopedista non prenderà in carico soltanto il sintomo disfonia, ma la persona”disfonica nella sua globalità. Non verranno trascurati gli aspetti psicologici e posturali pure connessi alle problematiche vocali e ci si potrà avvalere, se necessario, della collaborazione di altre figure competenti (psicologo, psicoterapista, fisiatra, ortopedico, posturologo, osteopata, ortodonzista, fisioterapista..).
La terapia logopedica, che si rivela risolutiva per svariate lesioni visibili alla laringoscopia, è studiata per il singolo paziente sulla base della stesura di un profilo vocale da parte del logopedista, e consiste in una combinazione di consigli di igiene della voce, di azioni volte alla modificazione di comportamenti fonatori scorretti (nelle disfonie disfunzionali, ad esempio, si lavora sullo scardinamento del cosiddetto “circolo vizioso dello sforzo vocale”) e di esercizi specifici per ogni diversa problematica vocale. Non si può prescindere dalla collaborazione attiva del soggetto, che dovrà rispettare scrupolosamente le norme di igiene vocale e ripetere gli esercizi a casa più volte al giorno per raggiungere l’obiettivo finale della terapia, che è quello di automatizzare i comportamenti corretti a livello dei tre sistemi che concorrono alla fonazione e di riappropriarsi così della “buona voce”, ossia la migliore voce prodotta con il minimo sforzo possibile.
La terapia della voce non è un addestramento meccanico, ma una rieducazione che punta moltissimo sulla stimolazione della propriocezione e dell’autoascolto: al termine il soggetto porterà con sé un repertorio di rimedi e tecniche che userà per la vita, nell’ottica di preservare quel meraviglioso strumento che sono le sue corde vocali.
Dott.ssa Paola Montoro
Dott.ssa Raffaella Sisti
Logopedista e Counselor Logopedista
Studio di Logopedia – Associazione Paroleincerchio