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Acido Urico : antiossidante o fattore di rischio?

Acido Urico : antiossidante o fattore di rischio?

L’acido urico appartiene alla serie chimica delle purine. La sua formula bruta è C5H4N4O3 e presenta la struttura di   2,6,8,-triossipurina.

La formula di struttura è la seguente:

 

Nell’uomo è il prodotto finale del metabolismo delle purine e degli acidi nucleici (RNA e DNA) da cui si formano gli intermedi ac. inosinico, ipoxantina, guanosina, guanina e xantina.

 

Anche la sintesi ex novo delle purine a partire da glutammina e 5-fosforibosio-pirofosfato proveniente dalla via dei pentoso-fosfati, contribuisce ad aumentare il pool di ac. Urico; le purine così ottenute per neosintesi possono successivamente essere degradate ad ac. Urico.

 

Esiste, inoltre, una sintesi di ac. urico dal glucosio e dal fruttosio attraverso la via dei polioli

dove il glucosio viene trasformato in sorbitolo e questi in fruttosio il quale con l’intervento dell’enzima fruttokinasi si trasforma in fruttosio-1-Fosfato togliendo un atomo di Fosforo all’ATP che a cascata (con l’intervento di alcune Kinasi) diventa ADP _ AMP _ IMP _ Inosina _ Ipoxantina _ Xantina _ Ac.Urico.

 

Negli animali viene trasformato dall’enzima uricasi in allantoina, molto solubile, ed eliminata dai reni. Negli umani, che non hanno l’uricasi, viene escreto come urato, poco solubile, per circa 2/3 con le urine ed 1/3 per via intestinale (secrezione biliare, gastrica e intestinale) dove la flora batterica residente lo degrada mediante un processo di uricolisi.

 

L’A.Urico è solubile nel sangue umano, a pH normale (7,4) e a temperatura di 37 °C, fino ad una concentrazione di 6,8 – 7 mg/dl. Ma può scendere (anche fino a poco più di 4 mg/dl) nei tessuti poco vascolarizzati e quindi più freddi (cartilagini, tendini, legamenti, estremità). Infatti l’attacco classico di gotta (per deposizione di cristalli di acido urico) colpisce l’articolazione dell’alluce causando una infiammazione molto dolorosa.

Alle concentrazioni fisiologiche (inferiori a 6 mg/dl negli uomini e inferiore a 5 mg/dl nelle donne) la letteratura scientifica riconosce all’ac.Urico una efficace funzione fisiologica di antiossidante (è potente quanto la Vitamina C) in quanto ha la capacità a formare nitroperossido a partire dall’Ossido Nitrico per legare le sostanze ossidanti provenienti dal metabolismo cellulare (perossidi, O2 singoletto, superossidi, etc.).

 

L’aumento della concentrazione di Acido Urico dipende, principalmente, da 2 fattori:

  • aumentata produzione da errori alimentari da eccessiva introduzione di purine (carni e pesci) e/o di glucosio e fruttosio (dolci, bibite e bevande dolcificate); lisi cellulare ad es.neoplasie e catabolismo aumentato di ac.nucleici, come nelle leucemie;
  • diminuita eliminazione come nella insufficienza renale o per una ridotta eliminazione intestinale.

Gli effetti dell’iperuricemia si ripercuotono in diversi organi ed apparati: reni, cardiovascolare, osteoarticolare.

Ma come agisce l’acido urico per determinare questi danni, visto che è principalmente un potente antiossidante? Quando la sua concentrazione aumenta eccessivamente diventa pro-infiammatorio, stimola il Sistema Renina-Angiotensina causando disfunzione endoteliale, stress ossidativo, vasocostrizione causando così ipertensione, aterosclerosi e disfunzione cardiovascolare e dei reni.

L’iperuricemia, in genere, può essere accompagnata dalla presenza di obesità o semplice sovrappeso, da sindrome metabolica, da sindrome delle apnee ostruttive, da nefropatie, ictus, demenza vascolare, preeclampsia.

 

Secondo il WORKSITE TREATMENT PROGRAM

(Acido Urico ed eventi cardiovascolari su 8690 ipertesi – Alderman et col. – Hypertens 1998;16:761-769)

La riduzione dell’uricemia di 1 mg/dl era associata ad una riduzione di eventi  CardioVascolari del 32%  paragonabile ad una riduzione del colesterolo totale di 46 mg/dl oppure a  una riduzione  della  Pressione Arteriosa di 10 mmHg.

Inoltre secondo recenti evidenze la riduzione dell’acido urico nel sangue riduce la Pressione Arteriosa, gli eventi cardiovascolari, migliora la funzione renale, rallenta la progressione di eventuali malattie renali croniche.

 

Cosa fare in caso di riscontro di iperuricemia?

 

Terapia non farmacologica:

 

– Evitare cibi ricchi in purine (alici, acciughe, sardine, aringa, sgombri, cozze, animelle, fegato, rognone, cervello, selvaggina).

– limitare il consumo di carni.

– Evitare cibi e bevande ricche in fruttosio (Bevande zuccherate, dolcificanti, dolci e cibi raffinati industrialmente).

– Evitare bevande superalcooliche, limitare il consumo di birra e vini).

– Preferire una dieta ricca in verdure, con poca frutta.

– Sono consentiti i latticini a basso contenuto di grassi e le uova.

– Aumentare introito idrico (almeno 1,5 litri di acqua al giorno).

– Calo ponderale, attività fisica e smettere di fumare.

 

Qualora ciò non fosse sufficiente può essere necessario passare a una terapia farmacologica, naturalmente dietro prescrizione del medico curante o dello specialista che

potranno valutare la modalità di trattare i pazienti, considerando l’eventuale presenza di altre patologie in atto o di altri fattori di rischio.

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