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“L’alfabeto” del melanoma: novità in tema di diagnosi precoce

“L’alfabeto” del melanoma: novità in tema di diagnosi precoce

Il melanoma è una neoplasia maligna dei melanociti, le cellule cutanee che producono la melanina, quel pigmento naturale presente nella nostra pelle che ci protegge dalle radiazioni solari. E’ un tumore che in Italia registra 7000 nuovi casi ogni anno e che può avere un’elevata mortalità se non viene diagnosticato precocemente e, nonostante si presenti in un organo visibile come la pelle, spesso non è di facile individuazione potendosi facilmente confondere con un nevo normale.

E’ possibile grossolanamente valutare i propri nevi attraverso un esame molto semplice che tutti dovremmo fare chiamato sistema ABCDE dove la lettera A sta per asimmetria, B per bordi irregolari, C per colore variegato, D per dimensioni maggiori di sei millimetri (elemento comunque non rilevante ai fini della diagnosi) ed E per evoluzione del nevo nel breve tempo. Oltre ad avere dei limiti obiettivi, però, può risultare difficile per il paziente controllare da sé ogni area cutanea oppure seguire nel tempo l’eventuale trasformazione di un nevo.

In questo contesto si inserisce la figura del dermatologo, il medico da consultare periodicamente qualora si abbia il sospetto di avere, come riferiscono i pazienti, un “neo strano” o un “neo che è cambiato”, il quale effettuerà una visita dermatologica avvalendosi del dermatoscopio, manuale o digitale, uno strumento che permette, in maniera non invasiva e indolore, di avere una reale valutazione delle microstrutture del nevo e poter effettuare una diagnosi quanto più corretta possibile per poter indirizzare il paziente all’asportazione chirurgica con relativo esame istologico.

E in questo settore la tecnologia si sta facendo sempre più accurata: è possibile fotografare ogni singola macchia cutanea, ingrandire ad alta risoluzione le foto ottenute per avere dettagli sempre più minuziosi, effettuare una valutazione automatica delle caratteristiche delle lesioni così da evidenziare quelle atipiche, memorizzare i singoli nevi e confrontarli nel tempo per mettere in luce eventuali modificazioni e, addirittura più recentemente con strumenti di ultimissima generazione, effettuare un’accurata acquisizione in total body del paziente, la vera e propria mappatura dei nevi, con possibilità che il sistema computerizzato riconosca e segnali, ad ogni visita successiva, la comparsa di nuovi elementi e aiuti il medico all’individuazione delle lesioni sospette.

Questo approfondimento si rende necessario soprattutto nei pazienti ad alto rischio, cioè quelli che presentano molti nevi, quelli con un familiare già affetto da melanoma o quelli che in precedenza hanno asportato un melanoma o un nevo atipico.

In conclusione, la diagnosi precoce è l’unica arma che abbiamo per riconoscere il melanoma prima che possa crescere nella cute e diffondersi nell’organismo e questo è di fondamentale importanza in quanto, nonostante si tratti di una neoplasia particolarmente aggressiva che registra in Italia 1500 decessi ogni anno, se individuato e asportato in tempo, permette percentuali di guarigioni molto alte.

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