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PREPARAZIONE DI UN VIAGGIO E ZONE CLIMATICHE

PREPARAZIONE DI UN VIAGGIO E ZONE CLIMATICHE

La programmazione di un viaggio all’estero è condizione essenziale per poter trascorrere piacevoli giorni di vacanza. Abbigliamento, accessori, farmaci…

Tutto deve essere ben studiato e messo in valigia se necessario.

Le vaccinazioni e le profilassi specifiche vanno assolutamente pianificate ed effettuate in tempo utile. Il kit sanitario per le patologie di cui si soffre e comunque per le più comuni patologie va preparato per tempo.

È inutile sovraccaricarsi di bagaglio: è utile invece fare una lista del contenuto della valigia, oltre che portare con sé una fotocopia del passaporto, della tessera sanitaria e del certificato di vaccinazione (laddove richiesto). Prima di partire sarà bene controllare i depositi sulle carte di credito, provvedere alla sistemazione del contante in diverse tasche, annotare i numeri telefonici essenziali oltre che gli indirizzi di Consolati o Ambasciate. Infine è fortemente consigliato registrarsi sul sito www.dovesiamonelmondo.it

Documentarsi bene significa fugare ogni timore e lasciare al caso solo le belle sorprese; informarsi in modo specifico è già come iniziare il viaggio avendo nozioni su località, fuso orario, clima, situazione politica per potersi trovare più facilmente a proprio agio.

C’è una stretta correlazione tra clima e salute e, benché non sia possibile tracciare una netta linea di demarcazione tra i diversi climi, è comunque possibile rilevare la prevalente caratteristica ambientale di determinate zone terrestri.

Le variazioni climatiche costituiscono un vero stress psico-fisico per la difficoltà di adattamento e si incontrano nei viaggi in senso verticale, con spostamenti lungo i meridiani terrestri o in altitudine, mentre gli spostamenti in orizzontale, lungo i paralleli, portano all’accelerato attraversamento di vari fusi orari e quindi al disagio della sindrome da jet lag.

I viaggi più faticosi sono quelli “in diagonale” in cui le due componenti si sommano. Aumenta così il rischio di una patologia delle vacanze che rischia di compromettere il divertimento; l’esserne informati prima permette, invece, di portare con sé qualche capo d’abbigliamento in più e di mettere in pratica semplici accorgimenti per adattarsi più velocemente.

Ma quali sono i climi nel mondo? Convenzionalmente le zone climatiche terrestri sono così suddivise: zone temperate, tropicali, subtropicali, polari e subpolari, con i relativi climi particolari.

Proviamo adesso a fare una rapida corsa lungo i vari meridiani e paralleli del nostro pianeta per capire cosa ci si deve aspettare alle varie latitudini e altitudini.

 

ZONE TEMPERATE

Sono comprese tra i 30° – 60° di latitudine sia nell’emisfero boreale (Nord) che nell’emisfero australe (Sud) con inversione stagionale. L’Europa appartiene alla zona del clima temperato e vi si riconoscono un “clima continentale” e un “clima marino”, che può essere costiero mediterraneo o oceanico. Il clima continentale è influenzato dalle catene montuose con valli più o meno alte ed esposte ai venti, ghiacciai perenni o nevicate stagionali, laghi, foreste estese. Poiché la temperatura media, le precipitazioni stagionali e l’escursione termica dipendono in gran parte dall’altitudine, vi si distinguono varie zone climatiche principali: pianura (dal livello del mare a 300 m), collina (300-700 m), bassa quota (700-1.800 m), media quota (1.800-3.000 m), alta quota (3.000-5.500 m), altissima quota (oltre i 5.500 m).

In relazione all’altitudine l’acclimatazione comporta: aumento della frequenza respiratoria e cardiaca, aumento della pressione, disidratazione da ventilazione e secchezza dell’aria in quota, perdita di sali con la sudorazione da sforzo. Il freddo si sopporta meglio con un abbigliamento più pesante e isolante e maggior carico calorico, per ovviare agli inconvenienti di una più o meno marcata vasocostrizione periferica. Il clima continentale è soggetto a variazioni stagionali anche notevoli di temperatura, ventilazione e precipitazioni. Il clima marino più mite è quello del Mediterraneo che ben conosciamo, con tempo prevalentemente assolato, vento e piogge invernali e raro nevischio passeggero.

 

ZONE TROPICALI

Geograficamente si intende la fascia trasversale massima della Terra, che include l’equatore e ha come limiti a Nord il Tropico del Cancro e a Sud il Tropico del Capricorno. Si distinguono due diversi climi e fortemente contrapposti: il “clima pluviale” caldo-umido soffocante delle foreste, e il “clima desertico” secco, disidratante e con notevoli escursioni termiche tra giorno e notte per l’aridità del suolo.

Il clima pluviale tropicale è tipico delle grandi foreste (giungla africana, foresta amazzonica) e delle coste (profilo orientale sudamericano fino alla barriera delle Ande, grandi isole tra la penisola malese e l’Australia, coste atlantiche africane). L’umidità atmosferica è elevatissima, le precipitazioni tiepide si trasformano in veri diluvi nelle stagioni delle piogge con temperatura elevata anche durante la notte. La sudorazione è perciò abbondante, il vapor acqueo respiratorio più addensato e questo rende necessario assumere una maggior quantità di liquidi per reintegrare la perdita salina e fornire un certo apporto calorico (ogni litro di sudore comporta una perdita di 400 cal). Se cessa la capacità di dispersione del calore con la sudorazione e la traspirazione del corpo si va incontro al “colpo di calore”.

E’ bene assumere, sciolti in acqua, sia sale sia bibite zuccherine sia frutta sbucciata personalmente. Le bevande alcoliche (con un tenore alcolico almeno del 6-7%) bevute dopo il tramonto, non contengono una flora batterica per noi patogena e, procurando vasocostrizione periferica, possono far sopportare meglio il calare della temperatura che si ha con il rapido tramonto tropicale.

La caratteristica del clima desertico è la sua secchezza, mantenuta da un terreno inaridito, dalla costante ventilazione e dal forte irraggiamento solare senza una vegetazione significativamente importante dal punto di vista della protezione del terreno e della conservazione dell’umidità. L’intensa disidratazione che ne consegue è responsabile del grande divario di temperatura tra giorno e notte (da 40°C si può scendere intorno ai 5°C) che rende frequenti le malattie da raffreddamento.

Il “colpo di sole”, conseguente al forte irraggiamento solare, provoca disturbi nervosi, intensa cefalea fino allo stato confusionale delirante. Temibile anche la disidratazione (evidente quando si è impossibilitati ad urinare) che può essere compensata con assunzione di maggiori quantità di liquidi e di sale. Bisogna ricordare però che bere nelle ore più calde può provocare diarrea e mangiare quantità abbondanti di cibi ai pasti può dare origine a gastriti o, ancora una volta, a diarree.

Il turista appena giunto ai tropici accuserà un senso di spossatezza e tenderà ad avere un rialzo termico nelle prime ore pomeridiane; quando sarà acclimatato perderà meno elettroliti con il sudore, il senso di sete sarà smorzato e si sentirà rapidamente sazio consumando cibi piccanti. L’abbigliamento è molto importante: non si deve stare mai a capo scoperto, bisogna usare biancheria in cotone o lino, indossare abiti chiari e ampi, calzature ampie non penetrabili da sabbia e ben isolanti sia da caldo che da freddo; bisogna sempre proteggere gli occhi con occhiali con lenti polarizzate protettive verso i raggi UVA e UVB.

 

ZONE POLARI

Sono le terre dei ghiacci eterni, corrispondenti al Polo Nord e al Polo Sud, dove il clima è inclemente: nella breve estate si toccano i +10 °C e fioriscono solo in alcuni punti fiori delicatissimi e fugaci, licheni e muschi.

E’ esasperante il quasi costante “blizzard”, gelido vento misto a ghiaccio che soffia impietoso. Non è facile adattarsi alla “dieta esquimese” (che pure sembra sia la più salutare sotto il profilo cardiocircolatorio), che prevede dieta cruda di carni grasse di foca, renna, orso, il cui consumo di fegato può comportare rischio di intossicazione acuta da vitamina A, di cui è ricchissimo.

Ovviamente sono frequenti i casi di congelamento che si evitano con un abbigliamento adeguato e si curano sottoponendo a spugnature con acqua calda la parte congelata, evitando sfregamenti e manipolazioni per il ripristino circolatorio, che dovrà avvenire lentamente.

Organizzare un viaggio studiando attentamente clima, abitudini, cibi e tradizioni dei luoghi da visitare è sempre un’attività da raccomandare al viaggiatore attento, che voglia esplorare nel migliore dei modi il nostro affascinante Pianeta.

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